
Per il secondo numero della nostra Rubrica “Design Meeting: a tu per tu con la creatività” abbiamo chiesto a Stefano Bordone, Presidente e Direttore Artistico dell’azienda Kundalini e nuovo presidente di Assoluce, l’associazione imprenditoriale che raggruppa le più importanti aziende italiane produttrici di apparecchi di illuminazione, di raccontarci qualcosa in più sulla storia, la filosofia, le grandi personalità che rendono davvero straordinaria questa azienda. Kundalini Srl è un’azienda di design che dal 1996 opera seguendo una produzione personale e all’avanguardia. Le lampade di Kundalini – che potete ammirare nel catalogo di Modaedesign – non lasciano mai indifferente gli occhi – e l’anima – di chi le guarda. Sono opere di luce “coraggiose” ovvero capaci di osare con la forma e il colore e, così facendo, di emozionare e far riflettere chi le ammira, destando in lui sentimenti di meraviglia e stupore. Sono il frutto di una sintesi d’ispirazioni molteplici – basti pensare ai designer con cui collabora, che provengono da ogni parte del globo – che attraversa mondi diversi (natura, industria, arti visive) e nello stesso tempo riesce a esprimere un linguaggio universale. Se le creatività in campo sono molte, infatti, la filosofia è, tuttavia, una sola, tanto che a guardare le lampade sembrano il prodotto di unico artista. C’è un filo misterioso che riesce a legare insieme tutto, in modo armonioso e vincente, e che rende Kundalini un’azienda dal successo internazionale.
- Il termine Kundalini arriva dal sanscrito e indica “l’energia creativa presente in ogni essere vivente”. Dal mondo tantra derivano anche altri nomi delle vostre lampade: come Shakti, Mandala, Sama. Da cosa è nata l’idea di farne una fonte di ispirazione progettuale?
sama
Kundalini nasce nel 1996 da un’intuizione: la luce non illumina solo gli ambienti che ci accolgono, ma anche la nostra interiorità; la luce non solo è disegnata, ma a sua volta disegna la nostra percezione del mondo e della vita. Il termine kundalini indica l’energia che risiede in ogni individuo e che, se riscoperta, conduce all’illuminazione dell’anima. In sintonia con lo spirito di questo nome e del Pay Off che lo accompagnava inizialmente “corpi di illuminazione interiore” è nata l’idea di accendere il corpo della lampada.
- Qual è, per Lei, il filo conduttore di Kundalini che riesce a tenere insieme i diversi elementi in modo così armonico?
Il filo conduttore dei prodotti del catalogo Kundalini, molto diversi tra loro per stile e ispirazione progettuale, è la continua ricerca di forme anticonvenzionali e nuove estetiche, unita a una profonda conoscenza dei materiali e delle tecnologie che ci permette di realizzare prodotti innovativi, originali e spesso imprevedibili.
3. Cosa significa “Fare Design” per l’azienda Kundalini?
Per Kundalini “Fare Design” significa progettare con consapevolezza focalizzandosi sia sulla forma, sia sulla funzione, sulla scelta di materiali e tecnologie d’avanguardia, sul significato profondo di ogni progetto. Kundalini è un’azienda proiettata nel futuro, ma che non dimentica il passato.
- Le vostre lampade (e i vostri complementi d’arredo) stupiscono per la loro forma originale e straordinaria. Atomium, Bokka, E.T.A., o la panca E-turn ce ne offrono un esempio… A cosa mira questa coraggiosa scelta formale?

La ricerca di forme estremamente originali, che ha caratterizzato soprattutto i primi anni di vita dell’azienda, era finalizzata alla creazione di un’identità forte e riconoscibile. Oggi continuiamo a realizzare prodotti in linea con la nostra filosofia, ma con un approccio più maturo e consapevole che ci porta a progettare lampade riconoscibili che parlino, al contempo, un linguaggio più universale.
5.Parliamo adesso delle vostre lampade a led Abyss, Kyudo, Dew (per citarne alcune…): il led sta rivoluzionando il design?
Per noi il led è uno strumento al servizio del design, e non viceversa, che ci permette di realizzare lampade dalle forme prima impensabili. Kyudo, Dew, Peacock ma anche Dawn, l’ultima lampada da parete che abbiamo presentato in occasione della Milano Design Week 2014, sono perfetti esempi di questo approccio focalizzato sulla valorizzazione del design tramite la tecnologia

6. Quali sono i vostri progetti a breve termine e quali quelli che sognate di poter realizzare?
Noi non sogniamo progetti da realizzare, ma realizziamo sogni. Ogni lampada che produciamo è il sogno di un designer che diventa realtà e che, ci auguriamo, possa diventare a sua volta il sogno di chi la acquisterà.
- Una domanda sul design Italiano: quali sono, secondo voi, i nuovi obiettivi da raggiungere? Quali i punti di forza e quali, invece, le mancanze?
Il design italiano è segnato dal lavoro di maestri di indiscutibile valore come Ponti, Castiglioni, Magistretti, ecc. ed è dovere di tutti coloro che operano nel mondo del design, dalle aziende ai progettisti, proseguire sulla strada da loro tracciata. La vera sfida in questo senso è che molte cose sono già state inventate ed è difficile dar vita a idee nuove che siano altrettanto valide. Il punto di forza del design italiano, tuttavia, è il saper fare degli italiani unito a una buona dose di sana follia che ci porta a rischiare e ad andare spesso contro le logiche meramente economiche perché crediamo in ciò che facciamo.
- Su tutti i giornali albergano notizie pessime sull’economia italiana ed europea. Fedor Dostoevskij scriveva che: “La bellezza salverà il mondo”. Il design e l’artigianato Made in Italy possono essere un settore chiave per la ripartire?
In un momento come questo in cui l’economia italiana non ci può dare molte soddisfazioni è il mercato estero a sostenere l’Italia. Il Made in Italy è un grande valore quindi può sicuramente essere considerato come uno dei settori di traino per l’economia italiana.
- La vostra azienda ha tra i suoi collaboratori designer di fama internazionale, come Karim Rashid, Norman Foster, Noè Duchaufour Lawrance, Patricia Urquiola… Com’è lavorare con loro? Potete raccontarci qualche aneddoto curioso su uno di loro?

Lavorare con designer di fama internazionale è sempre molto interessante perché si ha la possibilità di stabilire relazioni umane con persone che nell’immaginario collettivo sono considerate irraggiungibili. Il progetto della lampada Gherkin, per esempio, è stato definito e approvato insieme a Norman Foster nella sua casa di St. Moritz in presenza della moglie e delle figlie piccole che giocavano intorno a noi. Lord Foster si è così appassionato al progetto che ha voluto firmare la lampada con il suo nome e non con quello dello studio, normalmente utilizzato per progetti di questo tipo.
10.Un’ultima domanda per i nostri clienti: perché vale la pena comprare una lampada Kundalini? Cosa si porta a casa chi acquista un vostro prodotto?
Scegliendo una lampada Kundalini i nostri clienti contribuiscono alla realizzazione del sogno di chi ha progettato e realizzato quella lampada. Ci piace pensare che ogni nostra lampada possa essere il sogno di qualcuno che diventa realtà. Ciò di cui siamo sicuri, però, è che si tratta di un prodotto curato nei minimi dettagli e realizzato con la qualità che da sempre ci contraddistingue.
Ringraziamo Stefano Bordone per averci fatto entrare più in profondità nel meraviglioso mondo firmato Kundalini! Venite a scoprire il prezioso catalogo Kundalini su Modaedesign.com!