Il falso Made in China non riparmia nemmeno la tradizione centenaria della Serenissima

Sequestrati falsi vetri di Murano : undici milioni di pezzi made in China (tgcom – 25 giu)

Maxi sequestro di prodotti in vetro “made in China”, ma fatti passare per preziosi oggetti di Murano da tre società i cui rappresentanti legali sono stati denunciati. Undici milioni gli articoli bloccati dalla Gdf di Venezia. Le aziende sostituivano le etichette del paese asiatico apponendo quelle indicanti “Murano Glass”. I prodotti venivano venduti a prezzi competitivi arrivando a uno sconto fino al 50%, mettendo così in crisi i concorrenti

Nell’indagine sono finite due aziende dell’isola lagunare di Murano ed una terza di Jesolo, in provincia di Venezia. Quest’ultima,a capo di una nota catena di negozi presenti nel Centro Storico di Venezia, acquistava da due società veneziane articoli in vetro importati dalla Repubblica Popolare Cinese con tanto di marchio made in China. La merce, una volta giunta nel magazzino dell’azienda, veniva “lavorata” con la sostituzione delle etichette e poi rivenduta in cinque diversi punti vendita della città.

Presso la sede della società, in alcuni sacchi della spazzatura, i finanzieri hanno scoperto le etichette “made in China” rimosse e hanno sequestrato circa 4 milioni di articoli tra cui bicchieri, murrine, candele in vetro, maschere, crocifissi, collane, ciondoli porta borse e pendenti, e accessori vari.

Il rappresentante della società è stato denunciato per frode in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Le due aziende di Murano, invece, rivendevano nei propri punti vendita gli oggetti in vetro di provenienza cinese, in parte senza le etichette, spacciandole per una produzione locale. Una delle due imprese, dotata di una fornace, insieme ai falsi cedeva anche una piccola quantità di merce di propria produzione, rendendo ancora più difficile l’individuazione della frode.

Tutti i prodotti, esposti presso i nove negozi riconducibili alle due società muranesi, sono stati sequestrati come anche quelli trovati nel laboratorio, per un totale di oltre 7,1 milioni di articoli. I due responsabili legali sono stati denunciati e dovranno rispondere anche dell’impiego di 3 lavoratori in nero. Nei confronti di altre due società, importatrici di simili prodotti cinesi, sono in corso ulteriori indagini che hanno già portato alla luce una doppia contabilità attraverso cui occultare le reali cessioni effettuate.